1° classificato: Le finestre dell’universo
Lo scorso 31 giugno, i quotidiani di tutto il mondo hanno dedicato la prima pagina alla notizia di cui vi proponiamo un estratto.
Le osservazioni di due scienziati della Boston University hanno confermato una teoria rivoluzionaria sulla natura delle stelle: esse non sono lontane sorgenti di luce, bensì aperture,
simili a finestre, attraverso le quali passa la luce proveniente dall’universo adiacente.
Di sera, attraverso le finestre di una casa vediamo la luce proveniente dall’interno illuminato. Lo stesso fenomeno dà origine ai puntini che illuminano il cielo notturno. A causa della loro distanza,
le finestre dell’universo ci appaiono molto piccole.
Come mai questa luce si vede solo di notte? La spiegazione è semplice: quando da noi è notte, nell’universo adiacente è giorno, e viceversa. Un osservatore posto nell’altro universo vedrebbe le stesse stelle, ma nelle ore in cui da noi è giorno.
A volte le stelle ci appaiono bianche, altre volte di colore diverso. In alcuni casi la luce presenta un certo tremolìo. Ciò dipende da quel che avviene dall’altra parte: come nel nostro universo, la luce
assume colori diversi nell’arco della giornata, e accade che degli oggetti ne intercettino i raggi, o creino delle ombre. Noi vediamo questo attraverso le finestre dell’universo.
Si tratta veramente di una scoperta? Sembra che il fatto fosse noto pure ad Aristarco, noto astrofisico teorico della Grecia antica, che però preferì non indagare oltre, restando appunto teorico, perché ai suoi tempi era ritenuto sconveniente guardare nella casa d’altri attraverso le
finestre. Oggi i costumi sono cambiati, e gli scienziati, che sono notoriamente curiosi, passano le notti col naso all’insù, sperando di vedere qualcosa di interessante al di là di quelle aperture.
2° CLASSIFICATO: CONFESSIONI DI UN PENTITO DELL’AREA 51
Quando nacqui, trecento anni fa, la Luna ancora non esisteva. E le stelle! Quelle erano la metà di adesso, ma facevano più scalpore quando l’elettricità era ancora un’utopia. Fu uno sciopero dei piloti di aerei che ci obbligò a fabbricare la Luna. Volevano lo sciacquone come quelli sulla terra, e più di ogni altra cosa erano invidiosi dei loro colleghi sulle navi. “Vogliamo lo stesso trattamento,”
gridavano “le stelle non ci bastano. Ci vuole più luce lassù.” Fu così che prendemmo un palloncino, lo riempimmo d’elio e prima di richiuderlo ci infilammo una lampadina. Ci incollammo sopra del formaggio per farlo sembrare più appetitoso, dopodiché lasciammo la presa. Gli aerei tornarono a volare soddisfatti, ma dopo un periodo di pace vennero gli scettici. Cominciarono a dubitare della veridicità della Luna, perciò ci ritrovammo a creare tanti spicchi per farla sembrare viva. Di giorno
tiravamo giù la luna piena e mettevamo a stendere uno o due spicchi. Un giorno bruciò la lampadina; gli esperti ci salvarono chiamandola eclissi. Un’altra volta avevamo finito la scorta di
luci gialle e bianche, ma anche lì fummo salvati. “La Luna Rossa è un fenomeno ottico che…”
baggianate. La verità è che l’uomo nasce complottista e vede cospirazioni laddove non ce ne sono, e poi si ritrova a credere all’esistenza degli alieni (o della Luna). Ecco spiegato l’arcano del perché
all’Area 51 non ci si può avvicinare, né si può sorvolare lo spazio aereo: rischiereste di lacerare il filo sottile che tiene su quella che voi chiamate Luna. E quella che noi (e gli aviatori) chiamiamo con meno romanticismo Faro.
3° CLASSIFICATO: IL TRASLOCO
Abbiamo deciso di trasferirci dopo l’ennesima assemblea di condominio. Non ne possiamo più di luci delle scale che restano accese, ascensori bloccati, aiuole distrutte a pallonate da piccoli teppisti, tovaglie scrollate sui balconi altrui e uccelli attirati dalle briciole. Ce ne andiamo.
Abbiamo optato per un esopianeta in un nuovo sistema solare. Si tratta di un complesso residenziale composto da sette pianeti, sei dei quali a clima temperato, ma ben tre si trovano in zona abitabile, cioè con una fornitura di acqua allo stato liquido.
Ne abbiamo scelto uno poco distante da Proxima Centauri, la stella nana rossa più vicina al Sole che è un posto chic e molto ambito. Non vedo l’ora di trasferirmi, le temperature vanno da 0 ai
100 gradi e ciò è comodissimo, non occorrono frigoriferi, basta riporre i cibi nelle zone fredde, l’acqua per la pasta invece bolle spontaneamente, basta metterla nella zona a 100°.
La scoperta di un secondo buco nero nella Via Lattea ha risolto il problema della nettezza urbana senza impazzire con la raccolta differenziata e tutti quei sacchetti e bidoni di vari colori che apriti
cielo se uno si confonde. Non molto lontano dal centro della galassia, vicino al supermassiccio Sagittarius, c’è un buco enorme in cui si può buttare di tutto per migliaia di anni e senza preoccupazioni.
Durante il viaggio di andata ho intenzione di fare un salto su Saturno che è sempre un po’ ventoso, ma hanno gli esagoni energetici migliori dell’universo, come per gli anelli del resto, non c’è posto
più adatto per chi cerca una qualità superiore.
E poi ho scoperto che sull’esopianeta la gravità è inferiore a quella terrestre, quindi io mi ritrovo
con dodici chili in meno senza diete né palestra. Non è fantastico?
Caro, a che ora arriva lo shuttle dei traslochi?
PREMIO POPOLARE ALFREDO BARTOLI: CANTO NOTURNO DI UN’ASTRONAUTA PENITENTE DEGLI USA
Dopo tanto tempo e tante parole dette e scritte da chiunque sull’argomento, ho deciso di mettere
su carta la Verità, che lascio a Voi tutti, perchè finalmente sappiate come andarono realmente le
cose, quel giorno di Luglio del 1969. Ebbene, è vero che, nell’occasione, io ed i miei colleghi
astronauti raggiungemmo la Luna, nel contesto della storica missione “Apollo 11”. Tuttavia,
noialtri sulla Luna non ci allunammo affatto: le celebri immagini del nostro sbarco sono davvero un
film diretto da un regista hollywoodiano! Infatti, quella volta, un altro noto luogo comune si è
rivelato esatto: quello secondo cui la Luna è fatta di formaggio! per la precisione, è una immensa
forma di Casu Marzu, il formaggio con i vermi tipico della Sardegna. I crateri che si vedono sulla
superficie lunare non sono altro che i buchi scavati da vermoni lunghi quanto un treno merci, che
vi strisciavano sopra in origine ed i cui corpaccioni giacciono ora fossilizzati nelle sue profondità. Il
fetore che quel colossale latticino emana è talmente tremendo che abbiamo girato lo shuttle e
siamo tornati di volata sulla Terra, non riuscendo a sopportarlo per un minuto di più! Siamo
atterrati proprio in Sardegna, dove gustammo il Casu Marzu originale (che sul nostro pianeta
puzza, sì, ma molto meno, ed ha sì i vermi, ma molto più piccoli…e poi ci era venuta una gran
voglia di assaggiarlo!). Inoltre, in quell’isola si trova una spiaggia detta, neanche a farlo apposta,
“Cala Luna”. E’ un sito pieno di grotte ed insenature che, nottetempo, si prestarono perfettamente
per simulare la Luna vera e girare il famoso filmato con cui abbiamo ingannato il mondo per anni.
“Una piccola bugia per l’uomo, una grande panzana per l’umanità!”.
In fede, Neil Armstrong. Cincinnati, lì 24 Agosto 2012.